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Intercultura e pari opportunità

Le donne del mondo, i pari diritti, la pari dignità

Intercultura e Pari Opportunità

08 Dicembre 2010

Appello dall'Associazione Orlando per M. una giovane donna camerunense

Leader giovanile del principale partito di opposizione al governo in carica da 25 anni (il Fronte Democratico Sociale), è stata catturata da un gruppo di militari e picchiata con il padre e il fratello, ugualmente impegnati nello stesso partito, dopo un importante comizio in cui invitava le donne ad iscriversi alle liste elettorali per esprimere il proprio voto nelle imminenti elezioni.

Si trattava di un atto politico particolarmente significativo, perché in Camerun il voto degli aventi diritto che non si iscrivono alle liste elettorali viene attribuito ex lege al partito al governo. Davanti al padre e al fratello, è stata ripetutamente violentata e torturata fino a perdere conoscenza a causa di una grave emorragia. Ha trascorso la notte in un centro di detenzione insieme a loro in stato di semincoscienza. All'alba padre e fratello sono stati uccisi davanti ai suoi occhi, mentre lei è stata trasportata in una struttura sanitaria attigua da cui è stata rilasciata 75 giorni dopo. Al suo ritorno a casa ha trovato la propria abitazione bruciata, la madre rifugiata in un luogo segreto di cui non è a conoscenza, le due figlie piccole ricoverate in un collegio grazie all'intervento di un leader religioso della sua comunità. Ancora grazie all'intervento di questo religioso, ha raggiunto fortunosamente l'Italia, dove ora si trova in attesa di ottenere asilo politico.
 
Una sentenza del tribunale di Torino, in primo grado, le ha negato qualunque forma di protezione e, se sarà confermata, M. dovrà essere reimpatriata immediatamente, interrompendo le cure urgenti di cui ha bisogno per le conseguenze delle violenze subite in Camerun. La giudice che ha firmato questa sentenza non trova credibile che M. abbia passato la notte con i propri congiunti invece di esserne immediatamente separata, che non sia stata uccisa come gli altri, e ne deduce che le violenze certamente subite (di cui esiste ampia e inoppugnabile documentazione medica) non siano in alcun modo correlate al suo impegno politico. Quindi, per lei rientrare in Camerun non comporta nessun rischio. Senza tenere conto dei rapporti di Amnesty International in cui da tempo viene segnalata la crescente violenza politica diretta contro gli oppositori del presidente Biya in un paese solo formalmente democratico, e senza aver condotto nessuna verifica in tal senso, la giudice rimarca che sul sito del Ministero degli Esteri “Viaggiare sicuri” il Camerun non viene considerato un paese a rischio. In ogni caso non per i turisti occidentali.
 
A noi appaiono invece del tutto chiare le ragioni per cui a M. deve essere concesso asilo politico nel nostro paese. Perché lo stupro è stato ed è – come espressione di una cultura che vede il corpo delle donne come campo di battaglia e oggetto di uso e abuso maschile – un'arma politica. Così è stato utilizzato per esempio in Bosnia, di cui Chiara Valentini in quegli anni scriveva: “E' proprio la diversità del corpo femminile che è stata assunta come bersaglio di offesa”.
Cara Giudice, M. doveva subire quello che ha subito, vivere e raccontarlo perché fossero chiari i rapporti di potere e le conseguenze del proprio agire politico in prima persona, come donna. Doveva essere annullata nella propria corporeità e nel suo profondo legame con la sessualità e la riproduzione, che per una donna, in questa concezione, rappresentano più della morte e della semplice soppressione fisica.
Negare asilo politico a M. significa disconoscere la specificità della violenza politica da lei subita.
Chiediamo che il tribunale di secondo grado tenga correttamente conto della situazione politica in Camerun e della riflessione sulla violenza contro le donne e sul suo preciso legame, in molti contesti, con la  guerra e la lotta politica.
Chiediamo che M. venga accolta in Italia, possa essere curata, ricominciare a vivere e ricongiungersi con le sue bambine e sua madre.
 
 
Bologna, 5/12/2010
 
Associazione Orlando

Alessandra Angelini

Centro Risorse di Genere / Associazione Orlando
Via del Piombo 7, 40125 Bologna
Tel: + 39 051 4299411
Fax: + 39 051 4299400
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Associazione Orlando

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